Quello che abbiamo visto a Silverstone lo scorso weekend è stato qualcosa di veramente impietoso: nel 2018 un’organizzazione che muove un business milionario, la Dorna, si è trovata impreparata a gestire una giornata di normalissima pioggia in un circuito posto in una delle zone più piovose di una nazione che a sua volta è tra le più colpite in Europa.
Buffo vero?
Stiamo parlando della massima autorità del Motomondiale e di uno dei circuiti più famosi al mondo, non della pista di kart che abbiamo vicino a casa.
Il tracciato di Silverstone è stato riasfaltato a gennaio e si è presentato a questo evento con un’asfalto che non era in grado di drenare l’acqua caduta a causa della pioggia. Sono state piogge di lieve entità, non di acquazzoni spaventosi.
Quindi chi è il vero responsabile?
Direi che le colpe sono da spartire tra più “enti”.
Il circuito
Tra le righe si è letto che l’organizzazione ha cercato di fare i lavori “al risparmio”, probabilmente per esigenze di budget l’appalto è stato concesso a un azienda low cost che quindi ha operato al di sotto degli standard richiesti per un circuito ospitante il Motomondiale. I problemi però, erano già emersi nel GP di Formula Uno corso proprio a Silversonte a inizio Luglio.
«E’ il peggior asfalto che abbia mai visto, quando correrà qui la MotoGP avranno dei problemi» Lewis Hamilton
Dorna (E tutti gli organi organizzativi)
Controllare i lavori? Fare dei test per omologare il circuito anche sul bagnato? Magari fare una verifica dopo le dichiarazioni di Hamilton, uno che ha vinto 4 Mondiali di F1 e potrebbe capirne qualcosa?
Se la maggior responsabilità è stata data al circuito, la Dorna non è da meno. Chi organizza un evento, in questo caso un campionato del Mondo e non una gara amatoriale, dovrebbe assicurarsi di essere in grado di poter fornire il più alto standard di sicurezza possibile e anche dare garanzia che, salvo apocalisse, l’evento possa procedere senza intoppi.
La Dorna ha fallito in pieno, l’unica cosa giusta è stata la decisione della Race Direction di annullare la gara.
In tutto questo, per sospendere una gara che non sarebbe mai potuta partire in quelle condizioni, ci hanno messo più di mezza giornata.
Nota da aggiungere, la disorganizzazione nel riuscire a riunire i piloti è stata veramente imbarazzante. Alcuni dirigenti e piloti non sono stati avvisati, si è andati per passaparola e quindi a qualcuno la voce non è arrivata. Per un’organizzazione che nel suo campo dovrebbe essere la migliore, non credo ci si possa affidare ad un passaparola.
IL MIO PENSIERO
Mi è sembrato di vedere dei dilettanti allo sbaraglio, con l’idea del “speriamo che vada tutto bene sennò siamo nella mer…”. Peccato che è andato tutto male e per fare un’analogia, l’organizzazione del Motomondiale e quella di Silverstone hanno fatto acqua da tutte le parti. In particolar modo mi sento di sottolineare la direzione del circuito che ha in gestione uno degli impianti più prestigiosi in Europa ed è stata capace di questo disastro storico. Ormai il danno è fatto ma l’esperienza questa volta deve servire davvero a far si che episodi così imbarazzanti non si verifichino più.
Crediti immagini: Virgilio sport

Viaggiatore e motociclista, alla domenica ho occhi solo per quella moto con il numero 46. Odio l’ipocrisia e amo la pizza. Non credo alle favole ma solo nelle emozioni che mi trasmettono le due ruote.